(Mura Poligonali – Porta Romana – Via della Repubblica – Strada Romana – Chiesa di S.Francesco – Museo e Pinacoteca Comunale – Piazza Marconi – Via Garibaldi – Piazza Matteotti – Cisterne Romane – Duomo e Torre Civica )
Si entra in città attraverso la centrale Porta Romana, risalente al XVI sec. e si prosegue per Via della Repubblica dove sono visibili ampi tratti della pavimentazione d’epoca romana. Subito sulla sin, si svolta in Via Farrattini, dove si può ammirare il bel Palazzo Farrattini, copia in miniatura di Palazzo Farnese, a Roma. Commissionato ad Antonio da Sangallo il Giovane, nella seconda metà del XVI sec: elegante nella sua austera semplicità tipicamente rinascimentale, Palazzo farrattini è considerato una delle opere più pregevoli del Sangallo prima maniera. Attualmente ospita una residenza d’epoca. Tornando in Via della Repubblica, sulla sinistra si incontra la Chiesa ell’Ospedaletto, attualmente Centro Culturale Santa Firmina. La piccola Chiesa, con annesso Oratorio, faceva parte di un complesso ospedaliero per i poveri e vi si conserva un affresco di scuola senese “Maria con Bambino ed Angeli”.
Proseguendo, si svolta, sulla destra, in Piazza Augusto Vera; qui ci si trova davanti alla bella facciata della Chiesa di S.Francesco, del 1287, cui nel XVI sec. fu annesso il convento dei frati minori. La facciata della Chiesa, con il rosone a doppia ruota, è del 1401. L’interno, rimaneggiato in gusto barocco, conserva, nella cappella sulla destra, i pregevoli monumenti funebri di Matteo e Elisabetta Geraldini scolpiti da Agostino di Duccio. A fianco della Chiesa si apre il Chiostro San Francesco che dà accesso al Museo Archeologico e alla Pinacoteca di Amelia. Ospitato nell’Ex-Collegio Boccarini il Museo conserva il materiale archeologico rinvenuto nel territorio: una vasta raccolta archeologica, iscrizioni, sculture, elementi architettonici, sarcofagi. Il percorso nel Museo si sviluppa attraverso itinerari tematici che forniscono una ricostruzione approfondita dei vari aspetti dell’antica città .L’attrattiva principale del Museo è senz’altro la statua bronzea di Germanico, alta più di due metri , pregevole opera del primo secolo dopo Cristo, ritrovata nel 1963 ad Amelia e tornata al Museo dopo un lungo restauro. La statua, di altissima qualità, riproduce il giovane generale romano Nerone Claudio Druso detto Germanico, come un generale vittorioso; di particolare pregio la corazza istoriata. La sezione Pinacoteca raccoglie opere di provenienza locale databili tra il Cinquecento e il settecento. Tra le pitture pregevoli ospitate in questa sezione è la tavola di “Sant’Antonio Abate” di Piermatteo d’Amelia, artista amerino tra i più grandi del rinascimento umbro. Recentemente presso il Museo è visibile una sezione che mostra alcuni dei reperti della ricchissima necropoli di epoca ellenistica ritrovati presso l’ex Consorzio di via delle Rimembranze in Amelia.
Vicino è il Palazzo Venturelli, ristrutturato nel ‘500, nelle cui sale interne si ammirano affreschi e tele. Nei locali sotterranei, si conservano dei mosaici romani costituiti da tessere bianche e nere che formano disegni geometrici e motivi floreali stilizzati, appartenuti forse ad un “domus” della prima metà del II sec. d.C.
Proseguendo per Via della Repubblica, in salita, si giunge a Croce di Borgo, dove si incontrano le quattro arterie principali del centro storico;
A salire, si incontra Piazza Catena che ha una pavimentazione a mattoni posti a spina di pesce, con un porticato in travertino del ‘700. L’Arco di Piazza che immette in Piazza Marconi è una porta cubica che, nell’antichità, delimitava la parte più alta della città, l’arce, cinta da mura. Una scala conduce alla Loggia del Banditore, tribuna medioevale, da dove l’araldo annunciava gli editti. Sulla piazza, divisi dalla Via del Duomo, si affacciano il Palazzo Petrignani e Palazzo Nacci.
Palazzo Petrignani (XVI sec;) magnifico esempio di edificio nobiliare costruito nel 500 in stile rinascimentale. venne costruito a spese del Vescovo Fantino Petrignani in stile rinascimentale; all’interno vi sono sale decorate con affreschi di famosi artisti: Livio Agresti, Giustino Episcopo, gli Zuccari e i loro allievi.
Spicca la Sala dello Zodiaco per via delle dodici lunette dipinte alla base della volta che rappresentano in mesi dell’anno con relativi segni zodiacali.
Palazzo Nacci è un edificio quattrocentesco sorto dal riaccorpamento di precedenti costruzioni medievali. Su Via Pellegrino Carleni si trova l’ingresso del palazzo che presenta un importante portale ogivale. Proseguendo ancora per la piana Via Garibaldi, sulla sinistra si svolta in Via del Teatro dove troviamo il Teatro Sociale,(1792) che fu modello del famoso teatro “La Fenice” di Venezia. Il teatro amerino, a tre ordini di palchi e il loggione, costituisce uno dei rari residui esemplari di teatro settecentesco realizzato interamente in legno, dalle strutture ai meccanismi scenici tuttora perfettamente funzionanti. Conserva due sipari, di cui famoso quello raffigurante l’assedio di Federico Barbarossa ad Amelia, opera di Domenico Bruschi (1880). Proseguendo si giunge all’Ex Chiesa di Sant’Angelo, oggi complesso restaurato, da qui fatti pochi passi si giunge a Porta della Valle con magnifica vista sottostante sul panorama amerino. Tornando indietro si giunge a Piazza Matteotti dove sorge il Palazzo del Municipio; di fronte, scendendo sotto la piazza, sono le Cisterne romane, raro esempio di opera idraulica costruita intorno alla seconda metà del II° sec.d.C.
Le Cisterne sono dieci grandi ambienti sotterranei adibiti alla raccolta dell’acqua per l’approvvigionamento idrico della città e sono visitabili con guida.
Le imponenti Cisterne Romane di Amelia vennero edificate quando il centro divenne municipio romano e quindi caratterizzato da tutti quegli elementi urbanistici tipici dell’opera di “romanizzazione”: impianto viario, foro cittadino, edifici pubblici e privati, sistema di approvvigionamento idrico.
L’itinerario prosegue raggiungendo il cuore religioso di Amelia: in Piazza del Duomo si elevano la Cattedrale e la Torre Civica, il Palazzo Vescovile e l’ex Seminario. La Torre civica, emblema della città, è alta più di 30 metri e fu edificata dagli amerini costituitisi in libero Comune intorno al 1050. Presenta dodici lati che simboleggiano i 12 mesi e i 12 apostoli.
La Cattedrale, elevata su fondamenta romaniche, fu ricostruita tra il 1640 e il 1680, dopo un incendio che l’aveva distrutta quasi interamente. All’interno, a croce latina,nell’oratorio del sacramento si trovano due quadri attribuiti al Pomarancio che raffigurano il martirio di Santa Fermina e di Sant’Olimpiade. Nella seconda cappella a destra sono visibili due stendardi strappati ai turchi durante la battaglia di Lepanto; all’interno della cappella, a pianta ottagonale, una pala raffigurante la Madonna con Bambino e San Bartolomeo eseguita da Taddeo Zuccari (sec.XVI).
All’interno della Cattedrale si può visitare un notevole presepio artistico permanente opera del famoso presepista amerino Dott.Carlo Chiappafreddo (1914/1967).
Si giunge poi alla chiesa romanico-gotica di Sant’Agostino (XIII sec.) con una interessante facciata e all’interno, tele del ‘600, un prezioso organo della ditta Moretti del 1841 e un bel coro ligneo.
Se si scende per Via Posterola, si incontra sulla sinistra il Monastero di San Magno, delle suore di clausura benedettine. Nella piccola Chiesa è conservato il prezioso Organo di San Magno, del 1680, unico al mondo a doppia tastiera, perfettamente restaurato.
La città di Amelia possiede ben sette organi storici alcuni dei quali funzionanti alla perfezione. Scendendo fino a Porta Posterola , antica postazione doganale, si può ammirare un suggestivo panorama sulla valle del Rio Grande, con la diga detta “La Para” del XIII sec. Dalla Porta, si esce e, costeggiando la panoramica Via Luciano Lama si giunge a Porta Leone VI. Sembra che tale accesso alla città fosse voluto da Papa Leone IV il quale aveva provveduto nel sec. IX anche al restauro delle mura. L´omonima via che si apre dopo la Porta, era sin dall’antichità la strada dove si affacciavano le botteghe degli artigiani: fabbri, falegnami, maestri bottai, carbonari, maniscalchi, forai per il pane, taverne.