SAN MICHELE ARCANO
La chiesa consacrata a San Michele Arcangelo e il grande complesso conventuale adiacente, il quale fu costruito a ridosso delle Mura medievali, furono fondati nel XVI secolo e amministrati in principio dalla assai nota Compagnia del Gesù. Nel 1601, il vescovo di Amelia Antonio Maria Graziani invitò l’Ordine dei Chierici Regolari di Somasca, più noti con il nome di Padri Somaschi, a stabilirsi ad Amelia e prendere il posto dei Gesuiti, concedendo loro la proprietà del complesso. I Padri Somaschi, assai benvoluti in città, si assicurarono la protezione di famiglie importanti come i Boccarini e i Petrignani, tanto che già nel 1620 erano ormai così influenti da poter istituire un Collegio all’interno del complesso.
Lasciarono la città dopo l’occupazione napoleonica: il convento venne presto abbandonato e la chiesa non più officiata. Passato di proprietà comunale in seguito alla legge sulla soppressione degli Ordini Monastici approvata dal Regno d’Italia nel 1867, il complesso è stato totalmente recuperato dopo un lungo periodo di incuria ed è tornato ad accogliere giovani studenti delle arti teatrali e musicali, mentre la chiesa è utilizzata ora come Auditorium e sala per conferenze. Unitamente alla struttura principale, anche un notevole ciclo d’affreschi è stato recuperato (vedi approfondimento tramite qrcode). Interessante la facciata interamente costituita in mattoni con incorniciatura di travertino, con ai lati due torri campanarie una delle quali conserva ancora l’orologio del tipo detto “alla romana” ossia con il quadrante che presenta solo sei delle dodici ore, completo di meccanismo automatizzato che faceva suonare una campanella allo scoccare delle ore.
L’interno della chiesa, pur spogliato delle opere pittoriche, conserva ancora gli arredi di stile barocco, tra cui la cantoria collocata sulla controfacciata e le mostre d’altare lignee policrome. Nel chiostro del convento e in alcuni locali ad esso attigui sono inoltre riemerse nel corso degli ultimi restauri lunette affrescate con Scene di vita di Santi, attribuite dalle fonti antiche al Cavalier d’Arpino, mentre i dormitori dell’ex Collegio conservano due grandi affreschi raffiguranti L’Arcangelo Gabriele che annuncia a Maria e L’Arcangelo Michele che pesa le anime e schiaccia il drago che i documenti d’archivio hanno permesso di assegnare a Tarquinio Racani, pittore le cui opere pittoriche sono disseminate nei palazzi e nelle chiese amerine.